“Amore è uno desio che ven da core/ per abondanza di gran piacimento;/ e li occhi in prima generan l’amore/ e lo core li dà nutricamento…” è l’incipit di uno dei componimenti più famosi di Jacopo da Lentini, uno dei principali esponenti della Scuola Siciliana, considerato anche il padre del sonetto.
La Sicilia, infatti, oltre alle sue bellezze naturali e all’immenso patrimonio storico e architettonico, può vantare una grande tradizione letteraria. Una delle esperienze letterarie più significative sull’Isola è stata sicuramente la Scuola Siciliana, sorta presso la corte di Federico II di Svevia.
Il carretto siciliano è uno dei simboli più famosi ed emblematici dell’Isola. Nato inizialmente come mezzo di trasporto, oggi il carretto deve essere considerato una vera e propria opera d’arte.
I carretti sono anche una testimonianza della cultura rurale e contadina della Trinacria: sono simbolo, infatti, di una tradizione popolare, povera. Ne esistono diversi modelli, dai vari stili: ci sono, quindi, carretti palermitani, catanesi o anche trapanesi.
Ecco allora tutto quello che c’è da sapere su questo simbolo storico siciliano!
La Sicilia è stata una terra di passaggio per tantissime popolazioni: le diverse dominazioni hanno caratterizzato la storia culturale e la fisionomia architettonica dell’Isola.
Tra tutte le varie popolazioni, quella normanna lasciò in Sicilia un segno indelebile del proprio passaggio. Ecco allora qualche informazione in più sull’eredità della dominazione normanna in Sicilia in ambito artistico, architettonico e culturale.
La Sicilia è una terra ricca di storia e il suo retaggio culturale è immenso. Molte sono state le popolazioni che hanno regnato sull’Isola: normanni, arabi, svevi, angioini e aragonesi.
Tutti passaggi importanti, che hanno lasciato un segno indelebile nella storia e nella cultura siciliana, come nella cucina e nel dialetto.
La dominazione araba è stata incisiva e determinante per la storia dell’Isola. Tutto ha inizio nell’anno 827 d.C., quando gli Arabi sbarcarono nei pressi di Campobello di Mazara, anche se in precedenza c’erano state numerose incursioni sull’Isola. Ecco allora un breve excursus sulla storia della dominazione araba in Sicilia e sulla sua eredità!
La Sicilia, con tutti gli anni di dominazioni e conquiste da parte di popoli e culture diverse, offre un patrimonio storico unico al mondo. Pensare di riassumere tutto il passato archeologico e culturale siciliano è veramente un’impresa impossibile.
Greci, romani, arabi, normanni: tanti furono i popoli che approdarono sull’Isola e che lasciarono una testimonianza indelebile del loro passaggio nella fisionomia architettonica e paesaggistica della Sicilia.
Se sei un appassionato di storia classica, ecco allora qualche informazione che potrebbe interessarti in merito al periodo greco-romano dell’Isola.
I greci in Sicilia
La dominazione greca in Sicilia si fa risalire all’VIII secolo a.C., con le prime colonizzazioni sull’Isola. Una delle prime colonie, e sicuramente anche una delle più importanti, è stata Siracusa. La storia della Sicilia greca, infatti, non può prescindere proprio da questa città, almeno fino all’epoca romana.
Ma chi erano i greci giunti in Sicilia? Partiamo con il dire che le prime colonie vennero istituite nella Sicilia orientale. I greci calcidesi fondarono Zancle, Naxos, Leontinoi e Katane; nella parte sud-orientale i corinzi e i megaresi costituirono, rispettivamente, Syrakousai e Megara Hyblaea, mentre nella costa meridionale cretesi e rodii fondarono Ghelas nel 689 a.C, anno in cui si concluse la prima fase della colonizzazione greca in Sicilia.
Non abbiamo molti documenti che possano testimoniare la nascita di tali colonie ma sicuramente i Greci si scontrarono con le popolazioni autoctone e quindi già esistenti in Sicilia, come i Siculi e i Sicani.
Dal 600 a.C, gli abitanti delle colonie si scontrarono anche con i Cartaginesi, dando vita alle guerre denominate greco-puniche.
Nel 276 a.C, Pirro re dell’Epiro, che era riuscito a conquistare tutta la Sicilia ad eccezione di Lilibeo (l’attuale Marsala), fu spodestato dall’Isola. A questo punto, di lì a poco, la Sicilia sarebbe passata completamente sotto il dominio dei Romani: anche Siracusa, in un primo tempo alleata, cadde nel 212.
Il dominio dei Romani in Sicilia
Durante la prima guerra punica, 264-241 a.C, la Sicilia passò sotto il dominio dei Romani, diventando poi una provincia dell’Impero. Anche Siracusa, dapprima alleata, finì per essere conquistata nel 212, nel corso della seconda guerra contro i Cartaginesi.
Non abbiamo moltissimi documenti storici che ci possano testimoniare quello che accadde in Sicilia nel periodo che va da Augusto all’imperatore Diocleziano. Nel primo secolo a.C., si registrarono disordini e rivolte, come anche sotto Gallieno, che ebbe il potere dal 253 al 268 d.C.
Granaio dell’Impero, l’attività cerealicola diminuì dopo la famosa battaglia di Azio (31 a.C.), in favore della pastorizia e di altre colture più redditizie, come ulivi e vigneti. Nello stesso periodo, si intensificarono i rapporti con il Nord Africa. La Sicilia tornò ad essere protagonista dell’approvvigionamento di grano a Roma quando l’annona egiziana fu dirottata verso Costantinopoli, nell’Impero Romano d’Oriente.
Le invasioni barbariche del V secolo colpirono gravemente la stabilità dell’Impero Romano: nel 410 avvenne il famoso «Sacco di Roma» da parte dei Visigoti di Alarico, mentre nel 476 il generale germanico Odoacre depose Romolo Augusto, considerato l’ultimo imperatore romano d’Occidente.
L’arte greca in Sicilia
I tanti anni di dominio sull’Isola, prima da parte dei Greci poi dei Romani, sono stati decisivi anche per la storia artistica ed architettonica della Sicilia. L’arte greca, per esempio, ha contribuito alla fisionomia architettonica dell’Isola. Basti pensare agli splendidi templi in stile dorico a Siracusa, Gela, Selinunte e, soprattutto, ad Agrigento.
La Valle dei Templi di Agrigento è uno dei più grandi e importanti parchi archeologici della Sicilia e d’Europa. La Valle, che dal 2000 è un parco archeologico regionale, è caratterizzata da un eccezionale stato di conversazione dei templi dorici del periodo ellenico. Dal 1997, tutta la zona è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’UNESCO. Ma i Greci non hanno lasciato in eredità ai posteri solo templi.
In Sicilia, per esempio, ci sono tantissimi teatri risalenti al periodo ellenico dell’Isola. Il teatro era uno spazio decisamente importante per la vita di una antica polis greca e questo valeva anche per le colonie. Gli spettacoli avevano il compito di educare ed istruire il pubblico e costituivano un’ottima occasione di socializzazione. Alcuni dei teatri più belli della Sicilia di epoca greca si trovano a Catania, Siracusa, Segesta e Taormina. Oltre a templi e teatri, in Sicilia sono stati ritrovati anche numerosi altri reperti risalenti all’epoca greca, come statue e anfore. La maggior parte di queste importanti testimonianze archeologiche sono conservate nei numerosi musei disseminati su tutta l’Isola e possono ancora essere ammirati da tutti gli amanti della storia classica.
Uno dei primi esempi di scultura greca rinvenuto sull’Isola è rappresentato dall’Efebo di Agrigento. La scultura rappresenta un giovane e risale al V secolo a.C. L’Efebo incarna le caratteristiche dello stile del tardo periodo arcaico, mettendo in risalto l’aspetto estetico. Molte altre statue, invece, risalgono al periodo classico, come per esempio i giganteschi Telamoni del Tempio di Zeus Olimpio ad Agrigento. I Telamoni erano delle enormi rappresentazioni che quasi sempre sostenevano le colonne, fungendo da sostegno. Ognuna di queste sculture aveva dimensioni mastodontiche: pensa che potevano raggiungere anche gli otto metri!
Le testimonianze artistiche dell’epoca romana
Le strutture architettoniche risalenti all’epoca romana sono meno numerose e vistose rispetto a quelle proprie del dominio ellenico. In parte, perché i Romani considerarono la Sicilia proprio come un granaio, vale a dire come un’utile fonte di sostentamento per buona parte del territorio imperiale. Questo non significa, però, che siano del tutto inesistenti testimonianze artistiche ed architettoniche del dominio romano sull’Isola.
Ci sono diversi edifici pubblici in Sicilia, infatti, che possono essere ricondotti all’epoca romana, come per esempio anfiteatri e terme. Inoltre, i Romani realizzarono anche un’efficace rete stradale, utile sia per motivi economici che per questioni militari. Durante il dominio dei Romani sull’Isola, molte costruzioni già esistenti e risalenti all’epoca greca subirono delle ristrutturazioni e varie modifiche.
È il caso, per esempio, dei teatri di Taormina e Catania.
Se ti trovi in Sicilia e sei un amante della storia classica, ecco che allora non potrai non notare tutte le importanti e preziose testimonianze archeologiche risalenti al periodo greco-romano presenti nella maggior parte delle città siciliane.
Oltre ad un’incredibile varietà di bellezze naturali e paesaggistiche, la Sicilia può vantare anche uno straordinario patrimonio culturale ed artistico.
Numerosi sono i letterati, i pittori, gli scultori, i registi che hanno raccontato e rappresentato gli splendori dell’Isola, facendo conoscere l’immensa bellezza di questa terra a tutto il mondo.
Tra i vari artisti appartenenti alla cultura siciliana c’è anche il celebre Antonello da Messina, uno dei principali pittori del Quindicesimo secolo.
Ecco allora qualche informazione in più su questo famoso artista e sulla sua arte, celebre in tutto il mondo.
La Sicilia, con i suoi meravigliosi paesaggi e la sua immensa ricchezza culturale, è stata fonte di ispirazione per molti registi e sceneggiatori. Tra questi rientra anche Giuseppe Tornatore che spesso nelle sue opere cinematografiche ha raccontato la sua meravigliosa terra, così piena di bellezze e contraddizioni.
Giuseppe Tornatore è un regista e sceneggiatore molto noto e apprezzato anche all’estero. Nato a Bagheria, in provincia di Palermo, nel 1956, nel corso della sua carriera ha collezionato numerosi premi e ha ottenuto importanti riconoscimenti dal pubblico e dalla critica sia italiani che internazionali.
Nuovo Cinema Paradiso, una delle sue pellicole più famose, ha vinto anche l’Oscar come miglior film in lingua straniera.
Ecco, quindi, una selezione dei capolavori cinematografici di Tornatore che raccontano la Sicilia, tra splendori e contraddizioni.
La Sicilia può vantare un’immensa tradizione letteraria: sono numerosi gli autori originari dell’Isola che hanno dato un contributo significativo alla letteratura italiana e mondiale.
Diversi infatti sono gli scrittori che hanno raccontato la Sicilia, descrivendone storia, usi, costumi, fornendo ai lettori spunti di riflessione e capolavori letterari dall’immenso valore.
Riportarli tutti sarebbe praticamente impossibile: ecco quindi una breve selezione di autori famosi siciliani dell’epoca moderna e contemporanea.
Rappresentazione del teatro di figura dal grande valore storico, l’Opera dei Pupi è un emblema della tradizione culturale siciliana.
I pupi, dal latino “bambini”, sono le marionette del teatro epico-popolare; i pupari si servivano di loro per riportare le storie tratte dalla letteratura epico-cavalleresca di epoca medievale, come il ciclo carolingio e le vicende dei Paladini di Francia.
Di grande ispirazione sono stati anche l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Erano spesso riportati anche episodi tratti dalle varie agiografie o storie di popolari briganti.
Nel 2001, anche l’Unesco ha proclamato l’Opera dei Pupi un patrimonio orale e immateriale dell’umanità, inserendola in tale lista nel 2008 e riconoscendola così come un capolavoro da preservare, sebbene non tangibile. Si tratta del primo patrimonio italiano inserito in tale lista.
Passeggiando per le vie della Sicilia, ti sarà sicuramente capitato di imbatterti in dei particolari vasi di ceramica, antropomorfi, tutti caratterizzati da un viso dai tratti orientali ed esotici, abbondantemente decorati e dai colori vivaci.
Si tratta delle celeberrime Teste di Moro, che da secoli colorano e impreziosiscono le strade e le case siciliane. La loro bellezza peculiare è frutto di un artigianato molto raffinato, radicato nella tradizione culturale e storica della Sicilia. Le origini di questi vasi sono da rivedersi in una storia antichissima, una leggenda ambientata a Palermo, incentrata sull’amore tra una fanciulla del posto e un Moro.