
Acque cristalline e spiagge dorate: la Riserva dello Zingaro è un autentico paradiso terreste, in cui puoi rilassarti e immergerti completamente nella natura. Si tratta di un territorio protetto, situato nella parte nord occidentale della Sicilia, tra le aree di San Vito lo Capo e di Castellammare del Golfo.
La Riserva dello Zingaro è la prima riserva naturale ad essere stata istituita sull’Isola. Nata nel 1981, questa area occupa una superficie di oltre 1500 ettari: la sua fascia costiera si snoda per circa 7 chilometri di lunghezza.

La Riserva dello Zingaro: gli aspetti morfologici
Dall’etimologia incerta, la Riserva dello Zingaro è un autentico paradiso in cui la natura regna sovrana: il tratto costiero, l’attrazione maggiore della Riserva, è costituito da calcareniti quaternarie e da rilievi calcarei di natura dolomitica, che risalgono al Mesozoico. Inoltre, la costa è composta anche da falesie che, passando dall’altezza massima del Monte Speziale, degradano verso il blu del mare cristallino.
Si tratta di un territorio unico nel suo genere, in cui la fitta vegetazione spesso lascia il posto all’acqua limpida delle calette. Ad impreziosire la Riserva, infatti, ci pensano le otto cale e le numerose grotte presenti, come per esempio la Grotta della Corvina, quella della Capreria e della Mustia. Le cale e le grotte costituiscono lo scenario perfetto per tutti gli appassionati di snorkeling.
La vegetazione all’interno della Riserva
La vegetazione all’interno della Riserva è quella tipicamente mediterranea, arricchita da numerose specie endemiche. In primavera, questo posto diventa un vero e proprio tripudio di colori, grazie alla fioritura di diversi fiori, come papaveri, zafferani, garofani, fiordalisi di Sicilia e le stelle rupestri. In questo periodo dell’anno, anche gli alberi sfoggiano le loro tonalità cromatiche migliori, come i mandorli. Le specie endemiche, quelle che crescono solo all’interno della Riserva, sono circa una quarantina; numerosi anche gli arbusti rari e particolari. Tra questi troviamo sicuramente il Limonio di Todaro, appartenente alla famiglia delle Plumbaginaceae.
Emblema della Riserva dello Zingaro è di certo la gariga a palma nana, l’unica che cresce spontaneamente in tutta la Sicilia. Se visiti la Riserva nel periodo primaverile, allora potrai ammirare anche la fioritura delle 25 specie differenti di orchidee: un’autentica esplosione di colori vivaci e brillanti! In realtà, anche le altre stagioni sono perfette per visitare Lo Zingaro: l’estate è l’ideale per potersi immergere nel mare cristallino, l’autunno regala scenari con tonalità cromatiche uniche nel loro genere, diventando così un paradiso per tutti gli amanti del trekking.
La fauna della Riserva dello Zingaro
La Riserva dello Zingaro include al suo interno una grande biodiversità, non solo per quanto riguarda la flora ma anche per la fauna. Tra le diverse specie animali, si può ammirare anche la meravigliosa aquila del Bonelli. La protezione di questo esemplare è stato uno dei motivi che hanno portato all’istituzione della Riserva naturale. L’aquila del Bonelli è stata dichiarata, infatti, come specie a rischio di estinzione in tutto il mondo, anche se nella Riserva nidifica stabilmente nelle zone più montuose.
Oltre all’aquila del Bonelli, si possono ammirare anche esemplari di Conturnice di Sicilia, del falco pellegrino e del corvo imperiale. Di notte, invece, la Riserva è popolata dai barbagianni, dalle civette a testa piatta e dall’allocco. L’elenco fatto finora non è sicuramente esaustivo: lo Zingaro è popolato da circa 40 specie diverse di uccelli.

Tra gli altri animali, si trovano anche due specie rarissime: il granchio di fiume e il discoglosso dipinto. Il primo è un grande crostaceo, che popola gli ambienti fluviali; il secondo è un particolare anfibio, molto simile ad una rana, lungo circa cinque centimetri.
I cinque musei della Riserva dello Zingaro
La Riserva dello Zingaro non incanta solo per la sua bellezza naturalistica: all’interno, infatti, questa area comprende anche cinque musei, che raccontano ed illustrano la storia di questo incredibile territorio.
Il museo delle attività marinare
Il primo museo che si può visitare all’interno della Riserva è quello delle attività marinare ed è collocato in un vecchio stabilimento adibito alla lavorazione del tonno. Nel museo potrai ammirare gli strumenti di lavoro usati durante la mattanza, con tanto di foto che ritraggono gli uomini intenti nella pesca del tonno. Inoltre, è esposta anche una miniatura della tonnara.
Il museo dell’intreccio
All’interno del museo dell’intreccio sarai in grado di fare un vero e proprio salto nel tempo! L’edificio ospita infatti la memoria e la tradizione della cultura contadina del luogo, in particolare dell’arte dell’intreccio, con la quale si realizzavano oggetti di uso quotidiano.
Il museo della civiltà contadina
Questo museo cela al suo interno i costumi e le tradizioni della civiltà contadina, della comunità che si sostentava tramite l’allevamento e l’agricoltura. Nel museo sono custoditi anche tutti gli strumenti e gli arnesi usati dalle comunità rurali del luogo.
Il museo della manna
Il Museo della Manna ha al suo interno gli attrezzi necessari alla raccolta e alla conservazione del frassino. Dalla corteccia del frassino, infatti, si ricava la manna, una linfa commestibile. La manna è usata come dolcificante ma ha anche proprietà lassative.
Il museo naturalistico
Il museo naturalistico è l’ultima, importante tappa da fare tra i musei nella Riserva. Al suo interno, vi sono illustrazioni e riproduzioni della flora e della fauna che si possono ammirare nella Riserva dello Zingaro.
Borgo Cusenza
Passeggiando tra i sentieri della Riserva, potrai perderti anche nel Borgo Cusenza, un borgo autentico, di quelli dove il tempo sembra essersi fermato.
Si tratta di un agglomerato di abitazioni risalenti ai primi anni del Novecento. I forni non più utilizzati, le piccole case, le cantine per la produzione del vino: tutto è rimasto intatto, regalando così al visitatore un vero e proprio viaggio nel tempo, in un contesto rurale dove la vita era scandita dalla sinergia tra uomo e natura.
Il borgo deve il suo nome ad un’importante famiglia che vi abitava: la famiglia Cusenza, originaria di San Vito Lo Capo. A cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, il borgo era abitato da poco più di una decina di famiglie, che vivevano in una società di stampo patriarcale. Oggi, non vi abita più nessuno ma il suo fascino è incantevole e merita decisamente di essere visitato!
