Il Carnevale di Acireale, il più bel Carnevale di Sicilia

Ogni anno, ad Acireale, si svolge quello che viene definito il più bel Carnevale di Sicilia. 

Carri allegorici dal carattere assolutamente grottesco, maschere, spettacoli, coriandoli e fiori inondano le vie della città durante uno degli eventi più colorati e folkloristici dell’intera Isola!

La città di Acireale, magnifico esempio del Barocco siciliano, diventa così teatro per sfilate, mostre e concerti: un evento straordinario che, se sei in Sicilia durante il periodo del Carnevale, non puoi assolutamente perdere!

La storia del Carnevale di Acireale

Il Carnevale di Acireale ha origini antichissime, anche se ricostruirne la storia da principio potrebbe essere molto difficile. 

Una prima testimonianza ufficiale dei festeggiamenti in città si riscontra in un documento databile per la fine del XVI secolo, precisamente risalente all’anno 1594. Si tratta di un mandato di pagamento, ordinato dai Giurati e indirizzato ai Cappuccini.

Altre testimonianze sono fornite da documenti del XVII secolo, dai quali si apprende anche che durante il carnevale, i cittadini erano soliti tirare arance, limoni, facendo battaglia tra di loro. Un divertimento abbastanza “pericoloso”, che poteva provocare danni a monumenti, cose e ferire le persone. Nonostante ci fosse una grande partecipazione da parte della cittadinanza, la Corte fu costretta nel 1612 ad emettere un bando, al fine di vietare la pratica delle battaglie con i limoni e le arance.

Qualche anno dopo, però, nel 1693, un terremoto sconvolse tutta la Sicilia orientale. L’evento sismico, il terremoto del Val di Noto, registrò una magnitudo spaventosamente elevata.

È stato classificato come l’evento sismico più forte mai registrato in Italia. Le perdite umane e i danni furono ingenti: si registrarono la distruzione di oltre 40 centri abitati e circa 60.000 vittime. Per un diverso periodo di tempo, proprio a causa di questo terribile terremoto, il Carnevale acese non si celebrò.

Le maschere tradizionali e i celebri carri del Carnevale acese

Foto di Livia Cefaloni

Quando la tradizione venne ripresa, verso gli inizi del XVIII secolo, si aggiunsero molte più maschere e le sfilate carnevalesche si arricchirono sempre di più. 

Una delle primissime maschere del carnevale di Acireale fu quella dell’Abbatazzu, nota anche come Pueta Minutizzu, la cui prima attestazione risale al XVII secolo.

Questa era una maschera emblematica del Carnevale acese e, anche più in generale, dello spirito goliardico tipico di questa festa: l’Abbatazzu prendeva in giro, infatti, la classe clericale del tempo, specialmente l’Abate-Vescovo di Catania.

In altre parole, nel periodo in cui ogni scherzo vale ed è tutto concesso, i cittadini, il popolo, i più umili, avevano il permesso di ironizzare sui potenti. La maschera andava in giro per le strade della città con dei grossi libri in mano dai quali, facendo finta di leggere, sciorinava battute mordaci e satiriche. 

Come detto in precedenza, dopo il terremoto catastrofico del 1693, si aggiunsero anche altre maschere, come per esempio i Baruni, che prendevano di mira i nobili e gli aristocratici, e i Manti, con indosso un costume con molti fronzoli al fine di proteggere l’anonimato di chi li indossava. In seguito, i Manti vennero sostituiti dal Domino, una figura che si aggirava avvolta in un mantello nero, senza tanti fronzoli, e la cui identità rimaneva misteriosa.

Come detto in precedenza, dopo il terremoto catastrofico del 1693, si aggiunsero anche altre maschere, come per esempio i Baruni, che prendevano di mira i nobili e gli aristocratici, e i Manti, con indosso un costume con molti fronzoli al fine di proteggere l’anonimato di chi li indossava. In seguito, i Manti vennero sostituiti dal Domino, una figura che si aggirava avvolta in un mantello nero, senza tanti fronzoli, e la cui identità rimaneva misteriosa.Successivamente, è stata introdotta la sfilata delle carrozze (landaus), la cosiddetta cassariata. Dalle carrozze, i nobili che vi erano sopra lanciavano dei confetti e dolciumi alla gente che assisteva alla sfilata. Iniziava così la tradizione della sfilata dei carri allegorici. Ben presto, le carrozze dei nobili vennero sostituite con i carri di cartapesta. 

Dopo il 1880, le cassariate vennero sostituite dalle costruzioni in cartapesta: una tradizione mantenuta nel corso degli anni, grazie anche al lavoro encomiabile degli artigiani locali, che realizzano ad ogni edizione del Carnevale degli autentici capolavori, di dimensioni mastodontiche e monumentali.

Nel 1929 venne istituita l’Azienda Autonoma e Stazione di Cura di Acireale che, da quel momento fino agli anni Novanta, si occupò dell’organizzazione del Carnevale. Successivamente, la gioiosa manifestazione divenne di competenza comunale. 

Tutta la satira e l’invettiva che venivano fuori durante la manifestazione furono messe anche nero su bianco: infatti, è del 1934 la prima pubblicazione del Numero Unico, il giornale che avrebbe poi accompagnato ogni edizione della festa.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1948, il Carnevale venne riportato per le strade acesi dall’Azienda di Cura. La festa si arricchì anche grazie all’introduzione dei carri infiorati, ovvero le macchine del tempo che venivano addobbate con i fiori.

Foto di Livia Cefaloni

Dalla seconda metà del secolo scorso, quindi, il Carnevale di Acireale diventò sempre più caratteristico e sfarzoso, vedendo sfilare carri allegorici più colorati, imponenti e sofisticati. Tra gli Anni ’50 e ’60, oltre ai carri allegorici e a quelli infiorati, cominciarono a sfilare anche dei minicarri, detti Lilliput, dentro ai quali vi erano i bambini. Sempre in questi anni, fecero la loro comparsa delle maschere destinate poi a diventare famosissime, come quelle di Cola Taddazzu e Quadaredda, ai quali successe il celeberrimo Ciccitto.

Nel 1996, per la prima volta, il Carnevale di Acireale prese parte alla lotteria nazionale, insieme a Viareggio e Putignano. 

Grazie ad una serie di gemellaggi con gli altri celebri Carnevali di Italia, quello acese mira ad assumere un aspetto sempre più internazionale.

Il Carnevale di Acireale ai nostri giorni

Nonostante la tradizione secolare, il Carnevale di Acireale è decisamente ancora molto sentito in città. A febbraio, le vie del centro storico acese si trasformano grazie alla travolgente allegria del pubblico che prende parte alla gioiosa festa.

Foto di Livia Cefaloni

Il percorso della manifestazione, concepito in questo modo sin dagli Anni Ottanta, si articola tra le principali vie del centro cittadino e interessa soprattutto Corso Italia, Corso Savoia, Corso Umberto e piazza del Duomo.

Ogni anno, l’edizione è spettacolare: il calendario della manifestazione è ricco di eventi e programmi. Oltre alle sfilate dei carri e delle maschere, per esempio, la città risuona anche grazie alla musica dei tanti concerti allestiti proprio in occasione del Carnevale. Vengono organizzate anche delle spettacolari mostre. Insomma, un evento unico, durante il quale Acireale si trasforma, diventando un tripudio di colori, di schiamazzi, di carri immensi e meravigliosi che sfilano davanti allo stupore, all’ammirazione e al divertimento di chi partecipa!

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