
Il siciliano è una lingua bellissima che tutti vogliono conoscere e che moltissimi cercano di imitare. Le inflessioni dialettali sicule attirano da sempre le orecchie curiose dei viaggiatori che girano per gli antichi mercati, nei vicoli e per le strade.
Il volume medio di una conversazione in Sicilia non è nemmeno paragonabile ad una conversazione a due all’estero. Noi vogliamo che nessuno sappia i fatti nostri, ma poi parliamo ad un volume tendente agli 80 DB, che neanche un aspirapolvere…
Altra cosa che rende divertente e che affascina tanto è sicuramente l’accento. Per i siciliani l’accento è fondamentale e fa cambiare tutto il senso di un’intera parola. Eccoci quindi a parlare della prima parola del dizionario Siciliano – quella che già conoscete bene tutti.
1) Minchia
Questa parola è quella che tende a variare maggiormente in base all’accento. Può esprimere un intercalare, da inserire ogni tre parole, oppure viene utile quando dobbiamo fare un complimento a qualcuno (si dà una particolare enfasi).
Ovviamente, la usiamo anche come un’offesa contro qualcuno, oppure ricorriamo a questo termine per indicare uno stupore improvviso.
Ma ad essere sinceri questi accenti non possono essere descritti solo a parole, quindi mi sa che a breve integreremo il tutto con supporto audio, per la vostra gioia.
2) Futtitinni
Questa è un’altra parola siciliana decisamente importante. La troverete su tutte le magliette nei negozi di souvenir…
Serve a dire a qualcuno “fregatene”, dai meno peso a questa cosa, ma anche vivi la vita in modo leggero.
E’ l’essenza della cultura siciliana. Perché nella vita c’è sempre bisogno di leggerezza e non bisogna perdere tempo dietro a cose poco importanti (la saggezza popolare)!
3) Camurrìa
Se sei un fan della famosissima serie televisiva italiana “Il Commissario Montalbano“, avrai sentito questa parola circa ventisette volte a puntata, in tutte le sue forme.
Quando devi dire che qualcosa ti infastidisce e non sai che fare – ecco quella è una vera “camurria”, ovvero una seccatura, una noia, un grattacapo, una scocciatura, insomma qualcosa che ti provoca un’insofferenza.
E noi siciliani, di camurrie ne abbiamo da vendere.
4) Cunzari
E’ un verbo siciliano usato nel senso di mettere insieme, quindi cunzari un matrimonio, condire una pasta, preparare una torta, oppure nel senso di “fare” quindi cunzari lu lettu (fare il letto), o cunzari la tavola (apparecchiare).
Allo stesso modo si usa la parola scunzari, quindi scunzari un matrimoniu (fare divorziare due persone); scunzari lu lettu (disfare il letto), scunzari la tavola (sparecchiare).
Attenzione! Quando una ragazza si fa bella e si trucca si usa la forma riflessiva “si cunzò“.
5) Amunì
La nostra top 5 si chiude con un’altra espressione diffusissima qui in Sicilia. Amunì si utilizza non solo per dire “andiamo“, ma anche per superare qualche limite o uscire da una situazione difficile incitando qualcuno che è particolarmente pigro o restio.
Ok, è ora di andare a tavola e cunzare la pasta.
AMUNI’, posta ora un commento qui in basso con le tue storie e osservazioni. E se non è proprio una camurrìa, condividi sui social (eh, ma se proprio non vuoi, futtitinni).
Miiiiiiiiii che blog!
Io sono curiosissima del dialetto siciliano e anche per questo mi sono sempre guardata Montalbano..
È troppo strano e divertente
Tanto quanto lo è il veneto per un siciliano probabilmente
Concordo, a volte bisogna rivedere almeno due volte le stesse scene in Montalbano (o rileggere il paragrafo del libro) per cercare di capire cosa stiano dicendo 🙂 Il siciliano è sempre affascinante!
U dialetto siciliano è spacchiusu!